Risultati attesi: le prime evidenze
Si segnala che una descrizione approfondita della genesi e della struttura del progetto è offerta nel
capitolo «Il progetto “Italia dei Festival” dell’IsICult. Mappare la cultura, per governare meglio le politiche culturali. Prime luci sugli oltre 3.000 festival italiani» nell’economia del 21° «Rapporto Annuale Federculture – Impresa Cultura», intitolato “Il turismo culturale in Italia. Analisi, modelli e proposte”, edito da Gangemi Editore (presentato a Milano il 17 luglio 2025).
Il saggio offre una serie di dati inediti, frutto delle elaborazioni del database e della mappatura del progetto “Italia dei Festival”: si tratta di una sorta di anteprima della imminente pubblicazione del primo rapporto di ricerca del progetto.
Di seguito, si propongono alcune considerazioni estrapolate dal saggio curato da IsICult nel rapporto “Federculture 2025”.
(…)
A fine dicembre 2024, l’Istituto italiano per l’Industria Culturale ha censito e “mappato” complessivamente 3.014 festival, disseminati su tutto il territorio nazionale.
Il sito web dedicato del progetto “Italia dei Festival” ed in particolare la pagina dedicata alla “mappatura” [ 1 ] consentono di effettuare una pluralità di ricerche, a partire dal “nome” del festival per arrivare alla sua geolocalizzazione.
Dalla ricognizione, emergono tre considerazioni essenziali, dal punto di vista “tipologico” e “geografico” ed infine “istituzionale”:
dal punto di vista tipologico
- dal punto di vista tipologico
il macro-settore prevalente risulta essere quello dello “Spettacolo dal vivo” (aggregazione che include “Teatro” e “Musica” e “Danza” e “Circhi e Spettacolo viaggiante”) con ben 1.114 festival, corrispondenti al 37 % del totale; seguono i festival “Multidisciplinari”, che sono ben 887, con una quota del 29 %; in terza posizione nella graduatoria emergono i festival di “Cinema, Tv e Prodotti Audiovisivi”, che sono 489 e rappresentano il 16 % del totale; si osservi come le prime 3 macro-categorie rappresentano l’82 % di tutte le iniziative festivaliere italiane;
- dal punto di vista geografico
la Regione d’Italia che può vantare il record per quantità di festival offerti sul proprio territorio è la Lombardia con 390 festival, corrispondenti al 13 % del totale nazionale (3.014), seguita dal Lazio con 346 festival, che rappresentano una quota del 12 %, mentre in terza posizione si trova l’Emilia Romagna, con 345 festival che rappresentano l’11 % del totale dei festival italiani; queste prime 3 Regioni ospitano 1.081 festival, corrispondenti ad oltre un terzo del totale nazionale, ovvero 36 %; emergono senza dubbio asimmetrie, che confermano le dinamiche critiche del “cultural divide” tra le varie Regioni d’Italia [ 2 ];
- dal punto di vista istituzionale
sul totale di 3.014 festival censiti da IsICult, si può stimare che un quinto soltanto (circa 600) sia sostenuto dal Ministero della Cultura, tra interventi della Direzione Cinema e Audiovisivo e Direzione Spettacolo e quindi di Ales (attraverso lo strumento specifico dell’Art Bonus): si tratta (dato ultimo omogeneo disponibile, relativo all’anno 2023) di 188 iniziative per la Dgca (assimilando le rassegne cinematografiche ai festival), di 385 per la Dgs – di cui 167, ovvero poco meno della metà, sono sostenuti anche attraverso l’Art Bonus gestito da Ales per conto del MiC – per un totale di 573 festival [ 3 ]…
Estratto dalle “Conclusioni” del saggio IsICult pubblicato nel Rapporto Federculture:
(…)
Conclusivamente, questo contributo IsICult all’edizione 2025 del “Rapporto” Federculture si pone come prima esplorazione, offerta alla comunità professionale ed accademica (e naturalmente anche alle istituzioni pubbliche), e come dimostrazione di cosa sia possibile ed opportuno fare, volendo concretamente mettere in atto il richiamato motto einaudiano del “conoscere per deliberare”.
In effetti, dall’attività di ricerca del progetto “Italia dei Festival”, sorge naturale un quesito: come può lo stesso Ministero della Cultura valutare al meglio i festival da sostenere… come può selezionarli accuratamente, se ancora non dispone di un database (completo ed approfondito), e di una mappatura (aggiornata) di tutte le oltre 3.000 iniziative che pullulano sull’intero territorio nazionale… se ancora oggi non ha cognizione precisa dei festival finanziati dalle Regioni, dai Comuni, dalle fondazioni di origine bancarie, etcetera?!
E, ancora: come può lo Stato – a livello di “politica culturale” – decidere in modo efficiente ed efficace la quantità di risorse pubbliche da destinare all’universo festivaliero italiano, a fronte di cotanta perdurante carenza di informazioni, dati, analisi (sia a livello “micro” sia a livello “macro”)? Non esiste ancora nemmeno una stima affidabile sulla quantità di spettatori e frequentatori degli oltre 3.000 festival italiani: si tratta certamente di milioni e milioni di cittadini e turisti (tra italiani e stranieri)…
Esemplificativamente: con quale logica strategica di politica culturale, la Direzione Cinema e Audiovisivo (Dgca MiC) destina soltanto 7 milioni di euro l’anno al sostegno dei festival di cinema23, a fronte del totale di 696 milioni di euro di dotazione complessiva del Fondo Cinema e Audiovisivo per il 2024 [ 4 ], di cui ben 413 milioni di euro (il 59% del totale) al sempre più controverso strumento del “credito d’imposta”?! [ 5 ]
In Francia, la sensibilità dello Stato nei confronti della fenomenologia festivaliera è molto più evoluta rispetto all’Italia [ 6 ]: basti osservare come già nel 2019 sia stato realizzato un censimento completo, che ha contato oltre 7mila festival, e basti ricordare che dal 2020 sono state realizzate dal Ministère de la Culture ben tre edizioni degli “Etats Généraux des Festivals” …
L’Istituto italiano per l’Industria Culturale – cercando di interpretare al meglio anche la funzione di “sussidiarietà” prevista dalla stessa Costituzione – è fiero e lieto di fornire un concreto contributo di conoscenza.
Per il miglior “buon governo” del sistema festivaliero italiano.
Note
[ 1 ] A proposito di “mappature” georeferenziata delle iniziative culturali in Italia, le esperienze significative sono ancora piuttosto limitate: tra quelle più interessanti meritano essere segnalate senza dubbio “Italy for Movies”, il portale nazionale delle “location” e degli incentivi alla produzione cinematografica e audiovisivo, promosso dal Ministero della Cultura Dgca, e la “mappa delle comunità di gestione del patrimonio culturale”, promossa dalla Fondazione Scuola Attività Culturali del Mic stesso. “Italy for Movies” è nato nel gennaio 2017 grazie ad un protocollo di intesa sottoscritto dalle Direzioni Generali Cinema e Turismo dell’allora Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo: si inserisce tra gli interventi strategici coerenti con il quadro del “Piano Strategico del Turismo”, orientati ad armonizzare e mettere a sistema il patrimonio progettuale esistente, avviando, al contempo, iniziative sperimentali innovative, sia dal punto di vista dell’offerta, sia in riferimento ai mercati target e ai relativi canali di promo-commercializzazione; la gestione tecnica e organizzativa del progetto è affidata a Cinecittà spa, in collaborazione con l’Associazione Italian Film Commissions. La “mappa delle comunità di gestione del patrimonio culturale” è invece il risultato di una ricerca condotta dalla Fondazione Scuola Beni e Attività Culturali: si rimanda a Fondazione Scuola dei Beni e delle Attività Culturali, La partecipazione alla gestione del patrimonio culturale, a cura di Alessandra Ferrighi e Elena Pelosi, Luca Sossella Editore, Bologna, 2024.[ 2 ] La questione del divario culturale tra le Regioni d’Italia è uno dei temi nodali della politica culturale nazionale, purtroppo finora non adeguatamente affrontato in modo metodologicamente approfondito e accurato: tra le iniziative che meritano essere ricordate, si segnala l’inedita esplorazione offerta da IsICult, nel 1° Rapporto Lo Spettacolo e lo Sport nel sistema culturale italiano: il Rapporto Annuale Siae 2021 (edizione n° 86 dello storico Annuario Statistico della Siae), pubblicato nel 2022, ma purtroppo le successive edizioni del rapporto annuale della Siae (ovvero Spettacolo, Intrattenimento e Sport, relative agli anni 2022 e 2023), hanno completamente abbandonato questo percorso di ricerca. In argomento, si rimanda ad a Angelo Zaccone Teodosi, Qual è lo stato di salute delle industrie culturali e creative in Italia? Segnali contrastanti, tra ricerche Istat ed Aie, su «Key4biz» del 9 dicembre 2022, nonché a Andrea Biondi, L’Italia e il “cultural divide”. Il “cultural divide” che bussa alle porte del Ministero, su «il Sole 24 Ore» di 5 dicembre 2022. A livello di indicatori possibili per studiare il “divario” tra le Regioni d’Italia in termini di offerta e consumo culturale, si rimanda anche all’“indice di copertura territoriale” dell’offerta di spettacolo dal vivo utilizzato da alcuni anni nella Relazione sull’utilizzazione del Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo e sull’andamento complessivo dello spettacolo, curata dall’Osservatorio dello Spettacolo del Ministero della Cultura (vedi anche Fabio Ferrazza, La necessità di disporre di informazione statistica territoriale inerente al settore culturale e il progetto PanoramaSpettacolo, in «Rivista di Diritto delle Arti e dello Spettacolo», fascicolo 2/2018, Pm Edizioni, Savona, 2018). In effetti, come emerge dalle prime ricognizioni analitiche curate da IsICult, alcune Regioni d’Italia presentano una disomogeneità nella loro tipologia di offerta festivaliera (con alcuni “settori” chiaramente non sviluppati). Tra l’altro, le Regioni ovvero i soggetti festivalieri che operano nelle singole Regioni potrebbero beneficiare di interventi mirati, qualora il “decision maker” (l’autorità politica, il Ministro della Cultura) potesse avvantaggiarsi di strumenti di conoscenza più precisi ed accurati, come quelli che il progetto IsICult “Italia dei Festival” sta cercando di costruire. Strumenti che possono – tra l’altro – contribuire a ridurre l’eccesso di valutazione discrezionale da parte dello Stato e certamente ad evitare il rischio di interventi a pioggia.[ 3 ] Si osservi che, considerando soltanto 2 delle fonti istituzionali, ovvero la Direzione Cinema e Audiovisivo e la Direzione Spettacolo del Ministero della Cultura (Dgca + Dgs), nel corso del 2023 sarebbero stati sostenuti 573 festival (la fonte di questi dati è rappresentata dalle specifiche delibere direttoriali, con le graduatorie degli ammessi e degli esclusi; l’identità di questi ultimi è consentita soltanto dalla Dgca e non dalla Dgs):- Direzione Cinema e Audiovisivo: secondo i dati relativi alle assegnazioni per l’anno 2023, sono stati finanziati dal Ministero 148 festival e 40 rassegne cinematografiche (e audiovisive), per un totale di 188 iniziative, a fronte di un totale di 265 istanze per festival e di 112 istanze per rassegne, per un totale di 377 iniziative (quindi sono risultati non finanziabili 117 festival e 72 rassegne);
- Direzione Spettacolo: si registra un totale di “festival e rassegne” finanziate di 357, così suddivise per settori: 148 “musica”, 70 “teatro” (di cui 3 iniziative sono classificate come “festival e rassegne” di “teatro di strada”), 64 “multidisciplinare”, 56 “danza” (di cui 17 sono “rassegne”), 19 circo. Si noti che, oltre ai festival precedentemente indicati, la Direzione Spettacolo dal Vivo ha sostenuto nel 2023 altri 28 festival, che tuttavia beneficiano del contributo nella categoria “Progetti speciali”. Il totale complessivo dei festival di spettacolo dal vivo finanziati è quindi di 385.
Fonte: elaborazioni IsICult su fonti Mic (Dgca e Dgs).
Complessivamente, tra “festival” e “rassegne”, nel 2023 il Ministero della Cultura ha quindi sostenuto 573 festival (188 cinema-audiovisivi e 385 di spettacolo dal vivo). Secondo le stime di IsICult, si tratta quindi di un quinto del totale dei festival attivi in Italia, che sono oltre 3mila. Si segnala che sono disponibili (a fine maggio 2025, data di chiusura in tipografia di questo saggio), per quanto riguarda la Dgca anche i dati relativi all’anno 2024: i festival finanziati sono 146 e le rassegne finanziate 46, per un totale di 192. Le istanze per i festival sono state 270 e 112 per le rassegne, per un totale di 382; risultano quindi non finanziate dal Ministero 143 festival e 66 rassegne, per un
totale di 190 soggetti non ammessi al contributo. Si osserva – tra la dinamica dell’anno 2023 e quella dell’anno 2024 – una sostanziale stabilità quantitativa tra “postulanti” e “beneficiari”.
[ 4 ] La Dgca del MiC sostiene – includendovi anche le rassegne – soltanto 188 festival di cinema (rispetto a 377 istanze), a fronte di un censimento IsICult di complessivamente 489 festival di cinema e audiovisivo in tutta Italia: si tratta di quota del 38% del totale dei festival censiti, ovvero – grosso modo – soltanto 4 festival su 10.[ 5 ] Si veda il “Piano di riparto” del Fondo Cinema e Audiovisivo per l’anno 2024, ovvero il DecretoDirettoriale n. 55 del 6 marzo 2025, Direzione Cinema e Audiovisivo, Ministero della Cultura.
[ 6 ] Sull’argomento, nello scenario francese, un testo di riferimento resta Aurélien Djakouane e Emmanuel Négrier, Festivals, territoire et société, Deps-Ministére de la Culture, Les Presses de Sciences Po (collana «Questions de culture»), Parigi, 2021. Questo studio ha analizzato ben 1.400 festival (di cui 4 su 10 erano di genere musicale) sul totale dell’“universo” di 7.300 festival censiti nel 2019 (un database in modalità “open source” del Ministero francese della Cultura reca un elenco di 7.284 festival al maggio 2025: la “musica” prevale, con 3.229 festival sul totale, seguita dallo “spettacolo dal vivo” con 1.634 iniziative, dalla “letteratura” con 892, dal “cinema” con 684, dai “multidisciplinari” con 462, e dai festival di “arti visive e digitali” 382…). Si veda anche il più recente Edwige Millery, Emmanuel Négrier e Stéphane Coursière, Cartographie nationale des festivals: entre l’éphémère et le permanent, une dynamique culturelle territoriale, Deps-Ministére de la Culture (collana «Culture études »), 2023-2, Parigi, 2023.