Le premesse di scenario
“Italia dei Festival. Portale Nazionale Multimediale di Tutti i Festival”

Negli ultimi anni, in Italia la fenomenologia festivaliera [1] si è prestata ad una proliferazione inarrestabile di modalità e di interpretazioni, con un’offerta di chiavi di lettura dei fenomeni più disparati della cultura e della società post-moderna: letteratura, economia, creatività, filosofia, storia, scienza, giornalismo…

Un discreto successo attenzionale (sia a livello istituzionale, sia a livello mediale), fondato sulla grande capacità di queste kermesse di basarsi su di un progetto socio-culturale di ampio respiro relazionale, spesso dalla forte ed indipendente identità, e di intercettare e soddisfare prontamente latenti esigenze di socialità, di intrattenimento culturale, di ricerca di conoscenza.

Una delle caratteristiche distintive connaturate a questi eventi è il legame che intrattengono con il “territorio” che li ospita, un legame di scambio bi-direzionale, poiché, se il festival si giova del luogo (il “teatro” dell’evento), i territori risultano spesso beneficiare – nella gran parte dei casi – di una connotazione distintiva derivante proprio dall’evento di successo che ospitano.

L’evento culturale, nella sua forma più complessa e multiforme, assume rilevanti significati nello sviluppo territoriale “culture-driven”, e funge da catalizzatore di risorse e strumento per imprimere effetti di rigenerazione territoriale, di evoluzione sociale e di rinnovamento civico.

I festival hanno cominciato, infatti, ad assolvere anche una funzione “politica” di facilitazione di dinamiche di sviluppo: un ruolo che permette di creare le condizioni per un’”economia di partecipazione” da parte di amministrazioni locali e di soggetti privati.

Nonostante questo sviluppo continuo, e talvolta impetuoso (l’esplosione si è registrata intorno agli anni 2004-2005, ma il trend è tutt’altro che esaurito), non sono ancora disponibili in Italia una mappatura critica, un censimento sistematico, un catalogo ragionato di tutte le manifestazioni festivaliere… Non soltanto non è mai stata realizzata questa ricognizione, ma lo stato delle conoscenze – in termini anzitutto sociologici – appare assolutamente arretrato (fatte salve rare esplorazioni su questioni mirate): questa constatazione è alla base dell’origine del progetto IsICult “Italia dei Festival”, sottoposto all’attenzione del Ministero della Cultura, col titolo originario di “Portale Nazionale Multimediale di Tutti i Festival”.

In materia di festival, se è stata avviata in Italia una esplorazione soprattutto delle “ricadute economiche” di alcune iniziative, lo si deve per primo a Guido Guerzoni dell’Università “Luigi Bocconi” di Milano, ormai oltre quindici anni fa (con il suo progetto di ricerca “EffettoFestival”, avviato nel 2008), e se vi è stata nel corso del tempo qualche altra occasionale incursione accademica, la dimensione sociale complessiva di queste kermesse è stata oggetto di poche esplorazioni, e la letteratura scientifica permane assolutamente frammentaria.   

Va subito segnalato che il “focus” sulla variabile economica non è sufficiente per comprendere al meglio le caratteristiche del fenomeno festivaliero, anche se certamente si tratta di una delle dimensioni da affrontare [2] .

Soltanto nel 2018, si registra un rinnovato intenso interesse dell’accademia, da parte di Mario Morcellini dell’Università “Sapienza” di Roma, che ha avviato un progetto di ricerca, di approccio sociologico, a partire dalla constatazione del “bisogno di eventi e contenitori nuovi che si evidenzia in alcune dimensioni della contemporaneità accomunate dallo ‘stare insieme’ sotto la spinta di precisi bisogni simbolici vissuti in comune” [3] .

Ad inizio 2022, ha visto la luce un volume che integra un approccio teorico complessivo con una piccola indagine sul campo, effettuata con interviste in profondità ad un “campione” di soltanto 11 realtà festivaliere cinematografiche, ma sicuramente si tratta ancora oggi del più attuale ed approfondito testo accademico sulla tematica: ci riferiamo al saggio “I festival del cinema in Italia. Forme e pratiche dalle origini al Covid-19”, di Maria Francesca Piredda, edito per i tipi di Carocci (Roma).

Da segnalare anche, sempre a livello di saggistica, un’altra esplorazione, tra le rarissime realizzate in Italia, ovvero il saggio “I festival jazz in Italia. Un’analisi di impatto sul territorio”, curato da Severino Salvemini, Costanza Sartoris, Arianna Riccardi, pubblicato da Manni (Lecce) nel 2020, basato su una ricerca promossa dall’associazione I-Jazz, e sostenuto dal Ministero della Cultura.

Nel maggio 2023, nell’economia della prima edizione dell’”Atlante delle Imprese Culturali e Creative in Italia”, promosso da Cultura Italiae, assieme all’Istituto per l’Enciclopedia Italiana (alias Treccani), è stato pubblicato un capitolo dedicato ai “festival culturali” [4].

Tra gli studi più recenti in materia di festival in Italia, vanno segnalate due iniziative, nel corso del 2024: la prima, concentrata esclusivamente sulle iniziative cinematografiche, è rappresentata dall’indagine “Cinema di Oggi. Spettatori di domani”, progetto di ricerca “sul rapporto tra logiche di mercato, programmazione festivaliera e pubblico”, promosso dall’Afic (Associazione Festival Italiani di Cinema), in collaborazione con Ergo Research srl, con il contributo del Ministero della Cultura (Dgca) e della Società Italiana Autori Editori (Siae), presentata il 9 aprile 2024 a Roma; la seconda, presentata il 13 novembre 2024 nell’economia di Bookcity a Milano, si pone come ultima edizione della succitata storica ricerca ideata da Guido Guerzoni, “EffettoFestival 2024. Non c’è live senza online”, con la collaborazione di Giulia Cogoli, iniziativa sostenuta da Intesa Sanpaolo.

A livello più “divulgativo”, merita essere segnalata la quarta edizione del volume “In giro per festival. Guida nomade agli eventi culturali”, curata dai promotori del sito-progetto “TrovaFestival”, Giulia Alonzo e Oliviero Ponte di Pino (promotori del più qualificato sito nazionale di analisi critica delle politiche dello spettacolo dal vivo, Ateatro), pubblicata da Altreconomia (Milano) nel maggio del 2025 [5].

Nel corso del 2024 la bibliografia non si è arricchita in Italia di contributi particolarmente significativi, né a livello accademico-scientifico, né a livello giornalistico-divulgativo: l’unica eccezione significativa è rappresentata dalla nascita di una rivista specializzata promossa da Italia Festival (la rete festivaliera dell’Agis – Associazione Generale Italiana dello Spettacolo), denominata “If – il racconto dei festival”, presentata nel maggio 2025 in occasione dell’incontro “Qualità, impatto e sostenibilità: le vie dei Festival per il futuro”, tenutosi presso la sede centrale del Ministero della Cultura.

Va osservato che sui media si registrano occasionalmente anche stime dimensionali – soprattutto nell’ambito dell’”impatto economico” – basate su valutazioni spesso prive di minima metodologia, con la produzione di “indici” – ormai sono diffusi i “moltiplicatori” (per ogni “1 euro” investito in una kermesse, ne producono… “x” euro sul territorio, cercando di calcolare gli effetti diretti, indiretti e indotti) – che risultano frequentemente elaborazioni molto parziali, se non addirittura discretamente fantasiose.

Le ragioni di questo insieme di deficit di conoscenza sono molteplici:

  • si tratta spesso di esperienze circoscritte ad ambiti locali…
  • si assiste a notevoli tassi di natalità, ma anche di mortalità, delle realtà festivaliere…
  • non è agevole la costruzione di una tassonomia e l’identificazione di indicatori che cerchino di comprendere (ed in prospettiva in qualche modo “comparare”) iniziative strutturalmente molto differenti tra loro…
  • infine, il già citato policentrismo infinito dell’Italia dei “mille campanili”, che ha contribuito a rendere finora ardua e complicata una ricognizione veramente sistematica…

Il “pubblico dei festival”:
attuale e potenziale, residenti e turisti

Alcuni concetti-chiave:

  • Gli ingredienti che rendono un festival “di successo” sono dati dalla presenza simultanea di un’offerta culturale variegata, un prodotto artistico di elevata qualità, tale da essere di richiamo per il pubblico, nomi di personalità di impatto e luoghi suggestivi, in grado di stimolare un’esperienza di tipo estetico-emozionale, che porti i consumatori culturali a ripetere l’esperienza nel corso degli anni e ad avviare un prezioso passa-parola.
  • Il successo dei festival si inserisce nel quadro di una più ampia logica in cui l’evento diventa luogo deputato al risultato dell’esistere, del fare, del muoversi di tante, diverse comunità culturali attorno a linguaggi, mondi di sapere, sistemi di valori e modelli di identità.
  • Il successo della “formula festival” si basa su un’affluenza costante di pubblico, e su motivazioni che tendono a differenziarsi rispetto alle motivazioni che spingono verso altri tipi di consumi culturali.
  • Un’evidente funzione che assolvono i festival è anche quella di avvicinare nuovi segmenti di pubblico agli spettacoli culturali-artistici: un pubblico trasversale ed allargato, fortemente autonomo ed in grado di muoversi fluidamente per operare le scelte di partecipazione che ritiene adatte al proprio gusto, in cui le valutazioni di tipo estetico e di contenuto rispetto a quanto offerto sono preponderanti.
  • La stessa possibilità di “farsi nomade” per raggiungere il luogo deputato non costituisce ostacolo, ma anzi motivazione supplementare, poiché prevale il senso di appagamento e di gratificazione individuale.
  • L’esperienza estetica lontana dai luoghi deputati, in spazi generalmente aperti oppure insoliti, attira un pubblico sempre più “nomade” – appunto – e disposto ad affrontare anche lunghi tragitti pur di sentirsi “parte” di un evento in una “location” caratteristica. In una dimensione fisica e materiale che, per alcuni aspetti, appare come reazione alla immaterialità della digitalizzazione ed in particolare della (non) socialità dei “social network”.
  • Queste dimensioni (fisica, in presenza; immateriale, via web) sono state messe a dura prova, nel corso del 2020 e finanche del 2021, dalle conseguenze della pandemia Covid-19, e che è emersa una novella modalità, frutto di una ibridazione: la dimensione cosiddetta “physital”, che negli anni successivi è parzialmente rientrata.
  • Il Progetto “Italia dei Festival. Portale Nazionale Multimediale di Tutti i Festival Italiani” si pone come strumento di informazione e comunicazione e promozione dell’insieme delle iniziative festivaliere italiane, con l’obiettivo di stimolare la domanda: come già segnalato, finalmente il cittadino – residente o turista – potrà avere risposta chiara e semplice alla domanda essenziale (come abbiamo già segnalato): “che festival ci saranno in quella zona, dal giorno x al giorno y?”.
  • Domanda apparentemente semplice, ma alla quale, ad oggi, non si risponde con un sistema informativo adeguato. Esistono certamente iniziative locali – di alcune Regioni e di alcuni Comuni correlati tra loro (talvolta attraverso le Unioni di Comuni) – ma sono pochissime in tutta Italia, non omogenee tra loro, e comunque deficitarie di una visione strategica di marketing (culturale-turistico) integrato.

Alcuni cenni storici sui “censimenti” dei festival in Italia…

Dal punto di vista storico, la prima esplorazione d’avanguardia del sistema festivaliero italiano va ricercata in un supplemento annuale allegato al quotidiano “il manifesto” (ed al periodico “Diario della Settimana”) oltre 30 anni fa (per la precisione il 16 giugno 1994), intitolato “Le Vie dei Festival”: vedi Aa. Vv. “Le vie dei festival: appunti sui festival di cinema, teatro, danza e musica in Italia e in Europa per l’estate ‘94”, a cura di Cadmo (associazione culturale che ha anche ideato e promosso a Roma 24 edizioni di un festival omonimo, l’ultima nel 2017) e di Drama Teatri, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma e dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Modena, Rotolito Lombarda, Pioltello (Milano), 1994; di questa guida (la cui prima versione vendette ben 50mila copie), sono state pubblicate dieci edizioni, dal 1994 al 2005 (la prima censiva 400 festival, saliti a 600 nella seconda; quella del 2005 era scesa a quota 300), ricerca coordinata da Natalina Di Iorio); nel 2008, è stata pubblicata un’ultima edizione, per i tipi di Minimum Fax, Roma (questa edizione schedava 250 festival, 200 in Italia e 50 all’estero). Con la stessa denominazione “Le Vie dei Festival – Itinerari spettacolari della Sardegna”, una sorta di versione “isolana” del progetto è stata presentata nel 2019 dalla Fondazione di Sardegna e dall’associazione Tàjrà aps, promossa da Gianni Menicucci, che ha dato vita ad un archivio digitale ed a un sito web ed un portale dedicato, che ha finora schedato 177 festival sardi. Da ricordare anche che nel 2008, è stata organizzata a Bologna la prima edizione del Festival of Festivals (da cui l’acronimo “Fof”), promosso da Andrea Romeo e dall’Associazione Fanatics about Festival (Afaf), che stimava allora l’esistenza di “più di 900 festival” in Italia (che avrebbero coinvolto “oltre 10.000 professionisti” dell’organizzazione culturale, registrando “oltre 400 milioni di euro di investimenti” e “circa 8 milioni di spettatori”). La terza edizione di “Fof”, nel 2010, ha presentato l’iniziativa di un “Osservatorio italiano dei festival ed eventi culturali” (Oifec), realizzato in collaborazione con Nomisma, il cui progetto non ha però registrato ulteriori sviluppi. Nel 2009, l’associazione Fanatic about Festival pubblicava “Festival 09. Un anno di eventi culturali in Italia”, Morellini Editore, Milano, 2009 (che si autodefiniva “l’unica guida ai festival culturali italiani”, di cui proponeva 350 schede), che ha avuto anche una seconda edizione nel 2010. Si ricordi che Andrea Romeo ha poi ideato nel 2005 il “Biografilm” di Bologna (festival cinematografico dedicato alle storie di vita) giunto nel 2025 alla ventunesima edizione, ed ha fondato nel 2013 la società di distribuzione cinematografica I Wonder Pictures.

[1] Appare opportuna una definizione convenzionale: si intende qui per “festival” una manifestazione che comprende una pluralità di spettacoli ed eventi culturali, anche interdisciplinari, nell’ambito di un coerente progetto culturale, ripetuti con cadenza determinata, effettuati solitamente in un arco di tempo limitato e nel medesimo luogo. Secondo la metodologia del progetto “EffettoFestival”, l’iniziativa di studio avviata nel 2008 dal Guido Guerzoni, questa dovrebbe essere la definizione di “festival”, ovvero specificamente di “festival culturale”: “una manifestazione dedicata a un preciso tema culturale, che prevede una pluralità di eventi concentrati spazio-temporalmente, appositamente concepiti per un pubblico non specialistico, in cui vi sia contestualità tra produzione e consumo, unicità del prodotto offerto e centralità dell’oralità, senza forme di competizione, discriminazioni extratariffarie, finalità di lucro e vendite predominanti di prodotti e servizi”. 

[2] Un esempio di ricerca eccessivamente focalizzata sull’aspetto economico, e comunque senza dubbio interessante, è dato da Mario Abis e Gianni Canova per lo Iulm, “I festival del cinema. Quando la cultura rende” (John & Levi Editore, Milano, 2012), volume che presenta i risultati di un’indagine sul campo, iniziativa promossa anche con il sostegno dell’Afic – Associazione Festival Cinematografici Italiani. Si ricorda che, al di là dell’Afic (che attualmente associa oltre 100 festival di cinema italiani), esiste in Italia una qualche realtà associativa tra festival, tra le quali meritano essere citate almeno ItaliaFestival (fondata nel 1987 nell’ambito dell’Agis), cui aderiscono 43 festival e 4 “reti di festival”, che l’associazione stessa definisce “i più prestigiosi”; si ricordi anche I-Jazz (fondata nel 2008) che raccoglie alcuni dei più importanti festival jazz italiani, e vanta un totale di 85 associati; la più recente rete dei festival associa 150 iniziative nell’ambito musicale.

[3] Mario Morcellini, “Lo spettacolo della cultura. Analisi e dati sui festival culturali”, relazione in occasione della presentazione della ricerca Coris e Fondazione Sapienza, Salone Internazionale del Libro di Torino, 10 maggio 2019. La ricerca è coordinata da Valentina Faloni.

[4] Gian Mario Villalta, “I festival culturali: un fenomeno multidimensionale”, in Aa. Vv., “Atlante delle Imprese Culturali e Creative in Italia”, Istituto per l’Enciclopedia Italiana (Treccani), Roma, 2024.

[5] Giulia Alonzo e Oliviero Ponte di Pino (associazione TrovaFestival/Ateatro), “In giro per festival. Guida nomade agli eventi culturali”, Altreconomia, Milano, 2025. Si tratta della quarta edizione (edizione 2025-2026), pubblicata nel maggio 2025; la prima è stata pubblicata nel marzo 2022, la seconda (relativa al biennio 2023-2024) nell’aprile 2023; la terza nel maggio 2024 (relativa al biennio 2024-2025). Si segnala che il monitoraggio IsICult, al dicembre 2024, prendeva in considerazione 7 macro-generi e 38 generi (con ulteriori sottolivelli di classificazione: esemplificativamente 15 sotto-generi nel caso del genere “Musica”…).